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Le donne Cremonesi nella tutela del patrimonio libraio nel secondo Conflitto


Data di pubblicazione: 08 maggio 2019 in "Ufficio Stampa"

“Biblioteche nel secondo conflitto mondiale , le figure femminili a tutela del patrimonio librario”: questo il tema affrontato nel corso del ciclo di “incontri in Provincia”, in cui ha portato i suoi saluti la prof.ssa Carmen Fazzi, Consigliera di Parità della Provincia di Cremona: “Nel portare i saluti del presidente della Provincia di Cremona Davide Viola, vorrei ringraziare la Dr.ssa Raffaella Barbierato, per la sua relazione che tocca oggi un argomento inedito ed interessante: il ruolo della donna anche nel settore della difesa e tutela della cultura ovvero del patrimonio librario durante la seconda guerra mondiale. Certamente si tratta di una tematica complessa, che si cala in un contesto drammatico e dove figure di donne, divenute eroine nel salvaguardare i valori umanitari a costo anche della vita contro il totalitarismo, hanno fatto la differenza nel decorso degli eventi stessi”.
Il tema,  affrontato in una argomentata relazione, dalla Dr.ssa Raffaella Barbierato, Funzionario bibliotecario Biblioteca Statale di Cremona e Presidente A.D.A.F.A., ha messo in luce come nel secondo conflitto mondiale quella ricchezza data dal patrimonio culturale scritto nei libri sia stato salvaguardato grazie all’opera di donne, che a rischio anche della stessa vita, hanno nascosto volumi ed opere importanti.
Nel 1935 in Italia vennero emanate le prime circolari del Ministero dell’Istruzione per la salvaguardia del patrimonio librario in caso di conflitto e, nello specifico, nell'eventualità di “incursioni aeree”. Ma poi la strategia bellica cambiò: da una difesa aerea si passò ad una linea di fronte, di terra e non bastarono più le indicazioni di come custodire, in specifiche casse, le opere, collocate lontane dai centri urbani e da sedi sensibili.
Gli effetti devastanti dei bombardamenti aerei si videro sulle biblioteche di Lovanio (1914), Montecassino, Torino e tante altre città, tra cui Bologna (1944), dove morì il bibliotecario nella strenuo atto di difendere il più possibile le opere presenti e Parma poco prima , che divennero talora obiettivo strategico dell’offensiva o sede di razzie o capro espiatorio del pensiero totalitario.
Nel breve, ma significativo excursus storico, si sono citate diverse figure femminili, dalla direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Guerriera Guerreri, che predispose ben 1.200 casse contenenti codici miniati, opere preziose, volumi diretti a Montecassino, che riprese in seguito poco prima del bombardamento ed impedendo così la dispersione totale.
Altra figura, tra le tante, Anita Mondolfo della Biblioteca centrale di Firenze la quale, in seguito alle leggi razziali, venne dopo il carcere, esiliata lasciando le consegne ad Anna Saitta Revignas, che evitò di far minare dai Tedeschi la stessa biblioteca barricandosi all’interno.

A Cremona, si ricordano tre donne: Virginia Dainotti, che inaugurò la nuova sede della Biblioteca a Cremona (quella attuale rispetto a San Marcellino) e diede il via nel 1936 alle prime disposizioni delle circolari ministeriali per predisporre le casse in caso di attacco aereo; poi vennero Giorgetta Zennari (Ordinatrice principale) e la collega Eugenia Maria Faccini, che gestirono nel luglio del ‘43 i principali spostamenti.

Dove vennero portare le nostre opere preziose? Suddivise in 7 casse (gruppo A prezioso) e molte altre (gruppo B pregevoli) dapprima a Villa Albergatti a Zola Predosa (BO) il 26 giugno del 1940 e a Villa Affaitati quelle del gruppo B, poi a Badia di Torrechiara (febbraio 1941), in seguito a Villa Medici del Vascello (ottobre del 1942) , per passare poi al Monastero Benedettino a Pontida nel periodo 1942-’45. Anche Grumello Cremonese ed il caveau di Banca d’Italia furono interessato da questi depositi temporanei. Il tutto a difesa del patrimonio librario, della storia delle comunità, delle arti e della cultura.

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