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Il sisma

Ultimo aggiornamento 23-08-2011

Lunedì 6 Aprile 2009 alle 3,32 un forte terremoto durato 37 secondi ha colpito la città de L’Aquila e molti paesi limitrofi. La scossa distruttiva ha avuto il suo epicentro tra L’Aquila, Tornimparte e Lucori, ad una profondità di circa 10 km. La scossa principale ha avuto una magnitudo Richter di 5.8 (magnitudo locale o Ml), equivalente a 6.3 come magnitudo momento (Mw); il terremoto ha raggiunto il IX - X grado della scala Mercalli (su XII complessivi). Il sisma è stato preceduto da una lunga sequenza di terremoti iniziata a Dicembre 2008 ed è stato seguito da altre forti scosse avvenute il 6 (Ml = 5,8), il 7 (Ml = 5,3) ed il 9 Aprile (Ml = 5,1). Ulteriori scosse rilevanti sono avvenute il 22 Giugno (Ml = 4,1), il 12 Luglio (Ml = 4,0), il 24 Settembre (Ml = 4,1): tali scosse fanno parte di quello che viene definito come “sciame sismico”, che a tutt’oggi non è ancora esaurito (dal 6 Aprile al 10 Giugno sono state conteggiate oltre 20.000 scosse).

L’evento sismico dell’Aprile 2009 ha causato 307 morti (di cui 286 italiani, le altre vittime sono: macedoni, romeni, cechi, palestinesi, ucraini, greci, francesi, israeliani, argentini e peruviani); oltre 1.600 le persone ferite e circa 65.000 sfollati. Numerose persone sono state estratte vive dalle macerie anche molte ore dopo la scossa principale: l’ultima è stata una anziana di 98 anni, trovata viva dopo 30 ore.

Il centro storico del capoluogo di provincia è stato pesantemente danneggiato e totalmente inagibile, così pure alcuni quartieri de L’Aquila. Tra gli edifici più importanti che sono crollati a L’Aquila ci sono: la Prefettura, la cupola della chiesa delle Anime Sante, una parte della Casa dello Studente, il Dipartimento di Storia e il Polo d'Ingegneria dell'Università dell'Aquila e l'hotel "Duca degli Abruzzi"; sono crollati anche parte del transetto della basilica di Santa Maria di Collemaggio e parte del transetto nel Duomo. Oltre alla città de L’Aquila anche numerose frazioni del capoluogo e diversi comuni hanno subito danni molto gravi, con un pesante tributo di vite umane: fra tutte ricordiamo la frazione di Onna, piccolo paese di 350 abitanti che è stato letteralmente raso al suolo e solo lì ci sono stati ben 41 morti. Altri danni di varia entità si sono avuti in Lazio, nelle Marche ed in Umbria. Secondo la valutazione dell’Assessore all’Ambiente del Comune de L’Aquila occorreranno cinque anni per liberare la città dalle macerie del terremoto, stimate in 1.500.000 m3. La stima complessiva dei danni prodotti dal terremoto del 6 Aprile ammonta a circa € 10.212.000.000 (quantificazione inviata dal Governo Italiano alla Commissione Europea per accedere al Fondo Europeo di Solidarietà). Squadre specializzate di tecnici (ingegneri, architetti e geometri) hanno svolto delle specifiche verifiche di agibilità per stabilire il grado di danneggiamento dei vari edifici lesionati dal sisma; dall’8 Aprile al 3 Novembre 2009 sono state complessivamente svolte 78.289 verifiche di agibilità che hanno portato ad analizzare 75.949 edifici privati (di cui il 48,6% è agibile ed il 25,1% risulta inagibile; i restanti necessitano interventi di diversa entità per potere essere resi agibili) e 2.340 edifici pubblici (di cui il 50,4% è agibile ed il 17,3% è inagibile; i restanti necessitano interventi di diversa entità per potere essere resi agibili). 

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