Presentati i codici miniati della Biblioteca Statale di Cremona
Al via il secondo ciclo de "I mercoledì in Provincia"
Data di pubblicazione: 06 marzo 2019 in "Ufficio Stampa"
Inaugurata la seconda edizione de “I mercoledì in Provincia” presso la Sala del Consiglio Provinciale. Si è parlato dei “Gioielli nascosti: i codici miniati della Biblioteca Statale di Cremona”, un patrimonio secolare, che racchiude un grande valore artistico, storico e culturale del Medioevo.
Raffaella Barbierato, Funzionario bibliotecario Biblioteca Statale di Cremona e Presidente A.D.A.F.A. ha presentato infatti in una ricca carrellata di immagini e nozioni storico-bibliografiche di antichi Codici Miniati.
La Biblioteca Statale di Cremona possiede, infatti, più di 3000 manoscritti, tra cui 200 codici latini databili tra il XII ed il XV secolo, alcuni dei quali splendidamente miniati: un tesoro che, pur custodito con cura, è giusto conoscere e ammirare.
“La Biblioteca Statale di Cremona conserva un grande patrimonio libraio e parlare di Codici miniati dal XII secolo sino al 1600 significa parlare di arte, di storia del territorio e della Biblioteca stessa – ha precisato Raffaella Barbierato – Nella metà del ‘700 vi furono le soppressioni Teresiane e Giuseppine poi e per non disperdere tale patrimonio si fece confluire il tutto nel fondo governativo della Biblioteca Statale, ivi comprese alcune opere del Convento di S. Agostino; nel 1885 venne poi firmata una convenzione, tuttora valida, tra la Biblioteca ed il Comune di Cremona per la presa incarico di alcuni fondi librari ed opere che derivavano da altre biblioteche private e di famiglie nobili, tra cui anche quella degli Ala Ponzone, Araldi Erizzo, famiglia Albertoni, etc. Argomenti che vennero tratti negli anni ‘90 nel corso di una ricerca intrapresa dalla prof.ssa Laura Carlino”.
Ha concluso Barbierato: “Nel tempo venne preservato tutto questo grande patrimonio sino ai giorni nostri, tranne qualche opera, che fu venduta dalla Biblioteca stessa, in quanto consentito dalla legge, a nobili o collezionisti dell’epoca per le spese di mantenimento della struttura. Tali opere rappresentano non solo un patrimonio collettivo, ma la memoria storica di una parte di eventi della nostra comunità”.
La carrellata di immagini di alcuni dei codici miniati dai colori ancora intonsi e dalla maestria nelle decorazioni ha stupefatto la platea ad iniziare da quella bella pagina miniata della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine dell’ultimo scorcio del XIII sec. (codice membranaceo attribuibile alla scuola lombarda).
Per i prossimi appuntamenti, in via di definizione, sono previsti alcuni incontri sul mondo volontariato con alcuni testimonial, sulla tutela del patrimonio libraio nella seconda guerra mondiale e su ricerche che riguardano alcuni aspetti monumentali e storici del territorio.
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