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Nuove concessioni, rinnovi e varianti

Ultimo aggiornamento 07-11-2023

Chiunque intenda derivare acque pubbliche sotterranee per usi legati ad attività o comunque non riconducibili all'uso domestico, deve presentare idonea domanda di concessione alla Provincia di Cremona, corredandola di opportune relazioni tecniche (relazione tecnica per descrivere l'opera di captazione, la destinazione d'uso della risorsa idrica e quantificare i volumi di prelievo richiesti, relazione geologica per inquadrare il contesto idrogeologico interessato dall'opera di presa e, nel caso di derivazioni ad uso irriguo, relazione agronomica per la stima del fabbisogno idrico colturale).

La Provincia di Cremona rilascia l'autorizzazione per l'escavazione delle opere di presa e la concessione per l'utilizzo di acqua pubblica. Qualora il richiedente sia impossibilitato a concludere la realizzazione delle opere di captazione entro il termine di 1 anno dal rilascio del provvedimento autorizzativo, può presentare motivata istanza di proroga della validità dell'autorizzazione per ulteriori 6 mesi.

Qualora il concessionario intenda variare le condizioni fissate nella concessione (esempio: modifica degli usi, aumento del volume di prelievo, variazione numero opere di presa, ecc...) deve chiedere la variante alla concessione vigente.

Nella finestra temporale intercorrente tra 2 anni e 6 mesi prima della scadenza della concessione, qualora oltre questo termine persistano i fini della derivazione, il concessionario deve presentare domanda di rinnovo della concessione.

Le domande (concessione, proroga dell'autorizzazione, rinnovo, variante) devono essere presentate  in regola con le norme in materia di imposta di bollo.

Nel caso di progetti sottoposti a Valutazione Impatto Ambientale la Concessione/Autorizzazione sarà rilasciata all'interno del Provvedimento Autorizzatorio Unico come previsto dall'art 27 bis del D.lgs 152/2006.

A seguito dell’entrata in vigore del nuovo Piano di Tutela e Uso delle Acque (PTUA 2016), approvato con D.G.R.L. 31 luglio 2017 - n. X/6990, si forniscono le seguenti istruzioni, da rispettare ai fini della corretta presentazione delle domande.

Quando la derivazione riguarda corpi idrici interessati da stazioni della rete di monitoraggio gestita da ARPA Lombardia, il richiedente deve produrre, ai sensi dell'art. 28, comma 2, del PTUA, una relazione tecnica con cui deve essere dimostrato che la realizzazione dell'opera di derivazione e la sua gestione non sono destinate ad interferire con la salvaguardia dell'integrità e della funzionalità delle stazioni della rete di monitoraggio, descrivendo gli impatti attesi (in un intorno di almeno 200 m dalle stazioni di monitoraggio qualitativo e, a prescindere dalla distanza, per tutte le opere o gli interventi che possono interferire con le stazioni di monitoraggio quantitativo) nonchè le misure o accorgimenti tecnici atti ad annullare tali impatti.

La relazione tecnica da allegare alla domanda di concessione deve contenere anche tutti i dati utili all’applicazione del metodo ERA di cui al documento Valutazione del rischio ambientale connesso alle derivazioni idriche in relazione agli obiettivi di qualità ambientale, definiti da Piano di gestione del distretto idrografico padano, tenendo conto che, ai sensi dell’art. 33, comma 3, del PTUA, non si applica il valore di 100 l/s come soglia per il livello di impatto rilevante.

Qualora il prelievo richiesto riguardi strati acquiferi meno produttivi e difficilmente ricaricabili, di cui all’art. 9, comma 2, del PTUA, per uso diverso da quello potabile, la relazione tecnica deve dimostrare l'indisponibilità di fonti alternative adeguate al tipo di utilizzo (tenendo conto degli aspetti qualitativi e quantitativi) e deve esplicitare il rapporto costi – benefici delle diverse soluzioni di utilizzo.

Le domande devono essere trasmesse mediante l'applicativo regionale S.I.P.I.U.I. raggiungibile al sito www.tributi.regione.lombardia.it/sipiui/. Per maggiori informazioni contattare il numero verde 800.318.318 da rete fissa o 02/32323325 da rete mobile o inviare una mail ad assistenza-sipiui@lispa.it

Sarà necessario provvedere anche all'assolvimento virtuale dell'imposta di bollo relativa all'atto autorizzativo mediante il versamento di 16,00 € che verrà richiesto in fase di istruttoria.

 

Qualora la concessione sia relativa all'uso irriguo di acqua in agricoltura e soggetta agli obblighi di cui al D.M. del 31/07/2015 e alla D.G.R.L. n. 6035 del 19/12/2016, si riportano in allegato le modalità operative per la trasmissione al Sistema Informativo Nazionale Sigrian dei dati di quantificazione dei volumi derivati ed utilizzati ad uso irriguo, delle restituzioni al reticolo idrografico e del rilascio alla circolazione sotterranea.
Poichè l’art. 20, comma 3, del Regio Decreto n. 1775/33 (richiamato dall’art. 31 del Regolamento Regionale n. 2/2006) stabilisce che le utenze d’acqua ad uso irriguo, di cui siano titolari i proprietari dei terreni da irrigare, si trasferiscono, in caso di trapasso del fondo, al nuovo proprietario, limitatamente alla competenza del fondo stesso, nonostante qualunque patto in contrario, nell’ambito dell’istruttoria sulle domande di concessione ad uso irriguo i richiedenti devono anche produrre il titolo in base a cui vengono condotti i terreni interessati dall’irrigazione.
Se i richiedenti la concessione sono i proprietari dei terreni, la durata della concessione potrà arrivare a 40 anni, ovvero al massimo previsto dalle norme di settore.
Per tutti gli altri richiedenti la concessione avrà la stessa durata del titolo prodotto (eventualmente anche sino al massimo previsto dalla norma) e verranno comunque applicati l’art. 31 del citato Regio Decreto 1775/33 e l’art. 30, comma 6, del R. R. 2/2006, i quali stabiliscono che alla scadenza degli usi irrigui, a qualsiasi titolo esercitati, sia negato il rinnovo della concessione d’acqua a chi non abbia la proprietà dei terreni da irrigare, qualora la derivazione sia chiesta in concessione dai proprietari stessi o dal consorzio dei proprietari dei terreni da irrigare.

 Vedi la scheda procedimento

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