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Il Progetto "Aironi"

Ultimo aggiornamento 16-05-2022

 

Intervento realizzato nell’ambito del progetto LIFE14 IPE IT 018GESTIRE2020 ‐ Nature Integrated Management to 2020 ‐ con il contributo dello strumento finanziario LIFE+ della Commissione Europea e di Regione Lombardia

Il progetto “Mantenimento e restauro di siti riproduttivi di Ardeidi coloniali, soggetti a criticita ...” si propone la realizzazione di interventi a favore degli Aironi, dei quali molte specie risultano tutelate dalla Direttiva 2009/147 CE, detta appunto “Direttiva Uccelli”.
Questo programma di interventi è stato presentato a valere su un bando regionale a favore degli Enti pubblici territorialmente interessati dalla presenza di siti di garzaie attive per il ripristino, il miglioramento e la riduzione del disturbo di questi siti riproduttivi, in attuazione dell’azione C15 del progetto LIFE GESTIRE 2020, sostenuto anche con fondi dell’Unione Europea.
Lo stato di conservazione degli Aironi
Le dinamiche delle popolazioni di questa categoria di Uccelli sono conosciute nel dettaglio; si tratta di un gruppo di specie che nidifica in colonie, soprattutto sugli alberi, e i nidi possono essere quindi facilmente contati.
Il censimento delle garzaie dell’Italia settentrionale (ambito che ospita, per alcune specie, oltre il 30% dell’intero popolamento europeo) si svolge da oltre 40 anni e dimostra come quasi tutti gli Aironi, dopo un progressivo incremento a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, sono ora in preoccupante declino (per alcune specie supera il 50% dei contingenti in 10 anni).
Nel cremonese il numero delle colonie riproduttive, è notevolmente aumentato negli ultimi decenni (la modificazione delle tecniche colturali nelle risaie della Lomellina, che prima ospitava la gran parte del popolamento di aironi, ne ha determinato il crollo numerico ma ha comportato anche un’espansione dell’areale di nidificazione).
Le garzaie cremonesi sono però in genere piccole e spesso collocate in ambiti sub-ottimali (piante isolate, filari, impianti arborei produttivi, centri abitati) e quindi molto fragili ed effimere; anche localmente, negli ultimi anni, si assiste ad una preoccupante contrazione delle coppie nidificanti.
Tuttavia il numero di Aironi che nidificano in provincia, anche per molte delle specie più fragili e tutelate dalla Direttiva Uccelli, supera ancora l’1% del popolamento complessivo, rendendo necessario intervenire per la loro tutela, come previsto dalle indicazioni comunitarie.
Il progetto
Gli interventi in progetto sono realizzati in corrispondenza di tre garzaie che presentano delle criticità legate alla estremamente ridotta estensione degli ambiti utilizzati per la collocazione dei nidi.
Nelle adiacenze dei siti già utilizzati per la riproduzione, il Progetto si propone di estendere le superfici caratterizzate dalla presenza di boschi igrofili (costituiti cioè da ontani, frassini, salici ed altre specie legnose che crescono sui terreni umidi), prediletti da questa categoria di Uccelli.
Al progetto aderiscono anche il Comune di Castelverde, il Comune di Pozzaglio ed Uniti ed un privato, titolare dei diritti di godimento di una delle superfici interessate dagli interventi, posta in un sito della Rete Europea Natura 2000.
COME COMPORTARSI IN PROSSIMITA’ DELLE GARZAIE
Mantenere le distanze di sicurezza dai siti riproduttivi! Avvicinarsi troppo ai siti che ospitano i nidi può determinare l’abbandono delle colonie, l’allontanamento degli adulti, rendendo vulnerabili le covate, l’agitarsi scomposto dei piccoli che rischiano di cadere e che non sono in grado di risalire sugli alberi. I pulcini caduti sono destinati a morire di fame perché gli adulti faticano a raggiungerli sotto le chiome per alimentarli o finiscono predati.
Non avvicinatevi alle colonie con cani! I cani, anche se al guinzaglio ma soprattutto se lasciati liberi, intimoriscono gli aironi e comportano un elevato disturbo. Mantenete anche in questo caso distanze sufficienti a non allarmare le colonie.
Rispettate eventuali divieti di accesso! In qualche caso le garzaie sono inserite in ambiti protetti dove, per garantire una sufficiente tranquillità, è previsto il divieto di accesso al pubblico. Ricordate che la necessità di tutela prevale sul desiderio di ammirare la fauna selvatica.

Natura che vale

Miglioramento degli habitat

Volantino informativo

Il caotico assembramento di diverse specie di aironi e Falacrocoracidi (cormorani e marangoni minori) in una garzaia cremonese. Riunirsi in grandi gruppi per nidificare aiuta a difendersi dai predatori (foto di Franco Lavezzi).

LE SPECIE DI AIRONI IN PROVINCIA DI CREMONA

La nitticora (Nicticorax nicticorax) versa in uno stato di conservazione preoccupante in tutto il suo areale italiano (- 50% in dieci anni). l’Italia ospita un numero consistente di coppie nidificanti ed ha quindi grandi responsabiltà nella conservazione di questa specie. In provincia la sua riduzione è persino più consistente a causa della demolizione di alcuni siti riproduttivi che ospitavano numerosi nidi. A sx un adulto, a dx un giovane (foto di Franco Lavezzi).

L’airone guardabuoi (Bubulcus ibis) mostra invece un trend positivo ed è in costante incremento. Questo airone è arrivato in Italia per espansione naturale negli ultimi decenni del ‘900 (foto di Franco Lavezzi).

Un airone guardabuoi al nido. La specie è in buone condizioni in tutto l’areale europeo e, anche in italia non manifesta problemi di conservazione (foto di Franco Lavezzi).

L’airone cenerino (Ardea cinerea) è forse la specie di airone più conosciuta. Pur essendo anch’esso andato incontro a flessioni, nella pianura padana è ancora comune e non versa in un cattivo stato di conservazione. Adattabile e plastico non frequenta solo le zone umide e può essere osservato anche nei campi, dove preda anche piccoli mammiferi come arvicole e talpe. A sinistra, un adulto, a destra, un giovane (foto di Franco Lavezzi).

L’airone rosso (Ardea purpurea) è legato alle estese formazioni a canneto. Molto rarefattosi nei primi decenni del secolo ‘900, sembra ora stabile. In provincia nidifica in pochi siti (foto di Carla Zucca).

La sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) è un airone molto raro in provincia (0-3 coppie ogni anno). Il suo stato di conservazione in Italia, nonostante i numeri contenuti (circa 1.550 individui) risulta relativamente stabile e non è preoccupante (foto di Franco Lavezzi).

L’airone bianco maggiore (Casmerodius albus) è una specie di recente immigrazione in Italia, dove è più abbondante a Nord ed in inverno. Nidifica con un numero limitato di coppie (circa 100); in provincia è stata rilevata una sola coppia riproduttiva (foto di Franco Lavezzi).

La garzetta (Egretta garzetta) è una specie che non desta gravi problemi di conservazione, tuttavia l’Italia ospita un numero consistente di coppie nidificanti ed ha quindi grandi responsabilità nella conservazione di questa specie. Nel nord Italia si è assistito ad una preoccupante e consistente flessione dei contingenti negli ultimi anni. In Provincia nidifica in garzaie miste è si sposta regolarmente lungo i fiumi per alimentarsi. Come per la nitticora la consistente riduzione del numero di coppie in provincia è imputabile alla demolizione di alcuni siti che ospitavano numerosi nidi. A Sx un adulto all’imbrunire a caccia in un corso d’acqua, a dx giovani appena involati, presso il nido (foto di Franco Lavezzi).

Il piccolo tarabusino (Ixobrichus minutus) è particolarmente legato ai canneti. In rarefazione in Italia (-10% in dieci anni), la sua situazione è ancor più preoccupante in pianura padana (foto di Franco Lavezzi).

ALTRE SPECIE CHE NIDIFICANO NELLE GARZAIE CREMONESI

Il cormorano (Phalacrocorax carbo) nidifica in Italia continentale dagli ultimi decenni del secolo scorso. In provincia nidifica in due sole garzaie, a partire dal 2016. È considerato una specie problematica, soprattutto nelle località dove si esercita l’allevamento del pesce (foto di Franco Lavezzi).

Anche il marangone minore (Microcarbo pygmeus) è una recente acquisizione dell’avifauna italiana. In provincia nidifica per ora in una sola località è specie tutelata dalla direttiva “Uccelli” (foto di Franco Lavezzi).

L’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) è una specie esotica naturalizzata, in forte espansione nel nostro paese. In provincia, dove è piuttosto numeroso in inverno, nidifica solo da qualche anno ma risulta in espansione nella sola garzaia che ospita coppie riproduttive (foto di Franco Lavezzi).